Introduzione ai talenti
Tantissime persone, quando racconto di cosa mi occupo, mi chiedono numi sul tema dei talenti. Le domande che mi vengono poste sono le più svariate. Le riassumo qui di seguito in modo semplice, anche se nella realtà, quando si approfondisce questo tema, le domande possono essere molto più articolate:
- Cosa significa avere talenti?
- Sono fattori della persona sviluppabili?
- Come si fa a capire quali talenti si posseggono?
- I talenti ci permettono di raggiungere i nostri obiettivi?
Le domande, come vi ho anticipato, potrebbero essere molte di più. Queste quattro sono le più ricorrenti e così provo a riassumere il mio punto di vista qui di seguito.
Cosa significa avere talenti?
Prima di rispondere a questa domanda, mi piacerebbe condividere con voi il significato della parola talento.
Ho scelto il dizionario della Garzanti Linguistica (http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=talento%202) per introdurvi alcune delle possibili definizioni ufficiali:
1. capacità innata, disposizione naturale: un ragazzo di talento; avere talento musicale, per la musica | persona geniale, dotata di grandi capacità: un talento della musica, del calcio
2. (non com.) disposizione, inclinazione dell’animo: seguire il proprio talento
3. (lett.) desiderio, volontà: dintorno mi guardò, come talento / avesse di veder s’altri era meco (DANTE Inf. X, 55-56)
Etimologia ← da talento 1, con evoluzione di sign. attrav. la parabola evangelica dei talenti (matteo xxv).
Sono fattori della persona che possono essere sviluppati?
Come si fa a capire quali talenti si posseggono?
“Le persone hanno molte potenzialità”. Non so se questo assunto sia vero. Io lo credo vero e sono consapevole del fatto che questa credenza mi permette di vedere le persone oltre le loro azioni. Non sempre mi riesce, ma spesso accade. Vedo una proiezione delle loro potenzialità. Il mio lavoro di formatore e coach mi da la possibilità poi di sviluppare format esperienziali che servono proprio per dare spazio alle potenzialità al fine di trasformarle in talenti. Per dirla in modo semplice, quando, ad esempio, mi dedico all’ideazione di un percorso per venditori, creo diversi contesti di apprendimento in cui sia possibile tirar fuori le loro potenzialità in modo da riconoscerle, vederne gli effetti e fondarci il successivo sviluppo. Solo dopo questo primo momento di scoperta, vado verso il perfezionamento delle tecniche.
Non tutto è facile e immediato. Anzi. A volte servono diverse prove perché venga fuori una potenzialità. A volte la persona non trova piacevole averla. Anzi le è stato insegnato che è sbagliata e che è meglio cancellarla o utilizzarla solo in un certo modo. Conosco persone che hanno fatto musica fin da piccoli. Hanno sviluppato capacità incredibili. Ma non sono riusciti a trasformarle in talento, perché quel percorso era stato trasformato in un lavoro da chi aveva insegnato loro il mestiere, l’arte.
Per liberarsi da quelle catene o dalle corde del piano, alcune di esse hanno avuto bisogno di abbandonare il percorso, rinnegare la loro stessa arte. Solo successivamente sono riuscite a farla rinascere in un altro spazio, dove il terreno risultava più fertile. Abbiamo perso un pianista professionista e abbiamo trovato un maestro zen capace di far diventare la musica una forma di meditazione e rilassamento.
Ci sono persone a cui è stato detto che ridere è da stupidi. E per quanto tu possa fotografare la bellezza del loro sorriso, quella sensazione di stupidità non sempre potrà essere cancellata. Ma quando un bel gruppo di persone accoglie quel sorriso con dolcezza, la trasformazione chimica di passione + risultati + consapevolezza può avvenire. Il numero di persone o l’autorevolezza della persona che riconosce le nostre possibilità possono fare molto.
L’effetto che mi stupisce di più è l’aumento in termini di risultati che la persona riesce a raggiungere nel breve periodo. Il solo essere consapevoli della bellezza del proprio sorriso (autentico) fa aumentare vendite di un reparto e qualità delle risposte all’interno di un’attività di customer care.
Tra l’altro sono tantissimi i talenti potenziali che osservo nelle persone e che spesso vengono trascurati perché manca la consapevolezza di ciò che quel talento può produrre in loro in termini di risultati e di piacere personale:
- Empatia
- Tecniche di presentazione
- Leadership
- Musica
- Fotografia
- Scrivere
- Disegnare
- Emozionarsi
- Gestire lo stress
- …
Scoprire i propri talenti è un arte che si impara grazie alla curiosità di andare oltre le apparenze. Oltre le difese personali. Oltre l’aggressività con cui le persone difendono la propria stabilità. Non è facile ammettere di avere avuto una potenzialità e di non averla sfruttata. Eppure scoprire talenti può essere bello anche in tarda età, magari non ci porteranno vantaggi economici e sociali personali.
Magari saremo solo esempi per le generazioni future, che saranno così più capaci rispetto a noi di tesaurizzare “i doni di Dio” e sviluppare sempre più strumenti per vivere in realtà sempre più complesse, dove non basterà più avere un talento, ma sarà necessario avere un kit di talenti in continua evoluzione.
I talenti ci permettono di raggiungere i nostri obiettivi?
I talenti di cui ho parlato possono diventare delle abili scale per superare gli ostacoli che affrontiamo e raggiungere gli obiettivi che ci mettiamo in testa. Spesso alla parola obiettivi viene attribuito un valore aziendale o economico. In questo caso, vorrei sottolineare invece il fatto che i talenti possono permetterci soprattutto di viaggiare verso gli obiettivi, divertendoci, godendoci tutte le tappe.
Quando uno ama viaggiare, non importa quale meta raggiungerà. Sarà comunque felice e soddisfatto di aver percorso quella strada, di aver affrontato quella sfida. Se gli obiettivi fissati sono ambiziosi, esiste sempre la possibilità di non raggiungere i risultati. Ma se vengono utilizzati i talenti, l’impegno non verrà mai a mancare.
Io credo che i talenti servano proprio a questo a costruire un mondo dove lavorare sarà sempre meno faticoso e dove gli obiettivi saranno solo uno degli indicatori di qualità del viaggio. Voi che ne pensate?