Pensieri veloci e lenti: perché leggerlo

Pensieri veloci e lenti

Pensieri veloci e lenti: perché leggerlo

 Sei consapevole di come prendi le decisioni?

Come fai a convincerti di una scelta?

Di quali informazioni ti fidi?

Sai rispondere velocemente a questo quesito?

Palla e mazza da baseball

“Compro una mazza e una palla da baseball per 1 euro e 10 centesimi. La mazza costa esattamente un euro in più rispetto alla palla. Quanto costa la palla?”.

Introduzione

Oggi, vi voglio parlare di un libro complesso, a tratti noioso per la forma con cui è stato scritto (parere ovviamente personale 😊), ma davvero interessante per i contenuti espressi.

Quella che mi ha spinto a scrivere è la seconda lettura, perché alla prima… Ho avuto un po’ di difficoltà a trattenere la mole di informazioni offerta.

Partiamo dal principio. Lo scrittore che ha prodotto questo volume.

Daniel Kahneman

Chi è Kahneman?

Daniel Kahneman è docente di psicologia a Princeton ed è stato premiato con il premio Nobel per l’economia nel 2002 a Stoccolma .

“Semplicemente”«per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza».

Perché è eccezionale?

Premio per l’economia assegnato a uno psicologo. Di per sé già questo fatto, rende il personaggio eccezionale.

Non bisogna dimenticare che correva l’anno 2002. L’economia parlava con grandissima sicurezza, forse sfrontatezza, di persone razionali capaci di fare le scelteobiettivamentemigliori, potendo avere a disposizione tutte le informazioni.

Se, all’epoca, qualcuno avesse potuto scommettere sulla vittoria di uno psicologo, credo che nessuno avrebbe mai scommesso un euro. Non poteva essere considerato molto “probabile” un evento di tal genere. Un docente di psicologia premiato per un tema legato al mondo dell’economia.

La vittoria di Kahneman ha cambiato nella nostra mente il modo di interpretare la realtà. Oggi, ipotizzare la vittoria di uno psicologo potrebbe essere considerata possibile. Ma le probabilità che si possa riproporre questo accadimento sono cambiate? Chissà.

Il cervello e le decisioni

All’interno del suo libro “Pensieri Lenti e veloci”, Daniel Kahneman riesce a descrivere in modo ricco e completo il funzionamento del nostro cervello, messo di fronte a possibili decisioni da prendere.

Per me, che non ho una competenza scientifica e tecnica così approfondita, non è semplice descrivere il meccanismo d’azione del cervello. Per cui ho apprezzato molto la scelta di Daniel Kahneman di parlare di due semplici entità in eterna interazione dinamica:

  • Il Sistema 1, o Pensiero Veloce, inconsapevole, intuitivo e che costa poca fatica.
  • Il Sistema 2, o Pensiero Lento, consapevole, che usa ragionamenti deduttivi e richiede molta più concentrazione, molta più energia.

Ogni azione che compiamo (che corrisponde anche se non ce ne accorgiamo a sequenze di piccole scelte) è guidata dall’interazione di questi 2 potentissimi sistemi.

Sistema 1

Il sistema 1 è quello che si attiva nel momento in cui, entrando in ufficio (o in casa), notiamo un’espressione insolita sul volto di una persona. Oppure, quando ci sottopongono un problema e, prima che il nostro interlocutore, concluda la sua descrizione abbiamo già espresso la nostra soluzione.

Come si può facilmente notare, si tratta del pensiero istintivo che si attiva rapidamente per decodificare il mondo che ci circonda e ci permette di reagire istantaneamente, velocemente.

Sistema 2

Non sempre tutto ciò avviene in modo così simultaneo. Alcune situazioni hanno bisogno di maggiore attenzione per essere risolte. Non so se vi si mai capitato di andare fare una passeggiata insieme a qualcuno. Spesso, durante il tragitto, è facile mettersi a chiacchierare del più e del meno (riduce la fatica 😊).

Ogni tanto, però i discorsi fanno strani giri e può capitare che tra i tanti discorsi arrivi una domanda più tosta. Dove magari la risposta non sia immediata e serva maggiore energia per trovare cosa dire e scegliere le “giuste” parole.

Ecco alcuni esempi di domande che possono far scattare un pensiero più complesso:

  • Cosa ne pensi di quel che è successo a Giorgio (nome fittizio 😊)?
  • Cosa faresti al posto di Elena (nome fittizio 😊)?
  • Che faresti di diverso?
  • O semplicemente davanti a una richiesta un po’ fuori dalla norma, tipo mi dici quanto fa 15 x 23?).

Occhi specchio dell’anima

Immaginiamo di poter osservare la scena da fuori. Secondo voi cosa potrebbe succedere? Cosa succede fisicamente a chi riceve la domanda? Normalmente, la persona smette di camminare, si immobilizza. Poi, ricomincia non appena ha raccolto sufficiente energia.

Se avessimo la possibilità di osservare le pupille dei suoi occhi scopriremmo che sono dilatate, perché la dilatazione delle pupille rappresenta lo sforzo di concentrazione. Si tratta di “un indice del ritmo al quale è usata in un certo momento l’energia mentale.”

Il tutto, perché possa rispondere.

Quello che abbiamo appena descritto è il funzionamento del sistema 2, sicuramente molto più lento, vorace di energie. Il sistema 2 è l’unico in grado di analizzare in profondità le situazioni, confrontare dati, fare calcoli, combinare le varie caratteristiche degli oggetti, e operare scelte maggiormente ponderate tra varie opzioni.

Quale sistema utilizzare?

La vita è sicuramente complessa. Ripensando alle decisioni più importanti che abbiamo preso (fidanzarci, sposarci, avere figli, cambiare azienda, lavoro, …).  Per questa ragione, potrebbe sembrare più utile utilizzare il sistema più riflessivo, capace di gestire la complessità e rispondere in modo più preciso. Purtroppo, (o per fortuna a seconda dei punti di vista) ciò non è possibile. Servirebbe troppa energia rispetto a quella che abbiamo a disposizione.

E se fossimo all’interno di un videogioco?

Per semplificare la descrizione del meccanismo, proviamo a immaginare la nostra vita come un videogioco. Abbiamo uno strumento decisionale gratuito (o quasi), veloce, sempre disponibile, capace di rispondere a ogni tipo di evento in modo tempestivo e, molto spesso, risolutivo.

Poi, abbiamo uno strumento, sempre decisionale, che ha bisogno di essere ricaricato per essere utilizzato (probabilmente, la quantità di carica è diversa da persona a persona).

Per cui, questo secondo strumento, non può essere sfruttato sempre. E, inoltre, è troppo lento per essere utile in alcune particolare situazioni all’interno delle quali la velocità di azione è fattore critico di successo.

Al fine di fare scelte più efficaci, dovremmo essere stati educati a decidere con cura quale sistema scegliere a seconda della situazione affrontata e allenare il nostro cervello in modo coerente con quanto ci insegna il professor Kahneman (e ormai non solo lui).

Le intuizioni del sistema 1

Il Sistema 1, da sempre (da Wundt in avanti), viene studiato con maggiore attenzione dalla psicologia, perché è strettamente legato ai nostri sistemi percettivi. Noi crediamo di vedere la realtà, ma… Purtroppo (a volte, per fortuna), non siamo in grado di percepirla 😊.

I nostri organi di senso trasducono i diversi messaggi che provengono dagli organi di senso per farli riconoscere al cervello. Peccato che questo meccanismo utilissimo, veloce e affascinante, violi i principi di realtà.

Lo strano caso di National Geographic

Semplicemente, guardando qui sotto, potete rendervi facilmente conto di quanto la percezione sia “bischera”. Il grigio della parte alta è uguale o diverso rispetto al grigio presenta nella parte bassa della figura?

Grigio Nationa Geographic

Questa figura è presente all’interno di un video di national geographic.

Uguale… Altrimenti che provocazione sarebbe? 😊

Ti piacerebbe verificare? Non ti fidi? Hai ragione, è importante sempre quando si parla di percezione. A questo punto, togli con il dito la parte centrale della figura (dove il bianco dà l’idea di una luce che illumina l’oggetto dall’alto) e …

“Ta da!!!!”

Gran parte delle riflessioni del libro “Pensieri veloci e lenti” riguardano questa tipologia di bias (pregiudizi) dell’intuizione. Daniel Kahneman ci spiega come è arrivato a riconoscerli e la sola consapevolezza di ciò che ci accade all’interno della mente può fare una grande differenza nel prendere decisioni.

Errori o fallimenti?

Individuare gli errore commessi dal cervello non significa denigrare in toto il meccanismo. È verificabile e quindi quasi indiscutibile comprendere che il Sistema 1 è all’origine della maggior parte dei nostri errori.

È altrettanto vero, però, che produce tante “intuizioni” che se “addomesticate” possono rivelarsi incredibilmente potenti: si pensi a quei riflessi automatici, essenziali nella nostra vita per prendere decisioni importanti in poche frazioni di secondo.

Il chirurgo in sala operatoria, il vigile del fuoco di fronte a un incendio, attraverso il Pensiero Veloce, fanno scelte di vita e di morte per gestire le emergenze, e molto spesso prendono la decisione giusta in quei pochi attimi.

Podio

Le euristiche

All’interno del testo, possiamo trovare diversi esempi di scorciatoie di giudizio (euristiche). Anche se i nomi non vi sembreranno troppo familiari e nemmeno di facile intuizione, il loro funzionamento invece… Sì 😊

Prenderò in considerazione solo alcune categorie e in un prossimo articolo proverò a scendere in un maggiore dettaglio:

  • Euristiche del giudizio
  • Effetto Priming

Le euristiche del giudizio

Secondo la classificazione fatta per la prima volta nell’articolo “Judgement Under Uncertainty: Heuristics and Biases” da Kahneman e Tversky ci possono essere:

Euristica della rappresentatività

Questa scorciatoia fa entrare in azione, nel meccanismo interpretativo, gli stereotipi e trascura le leggi statistiche dovute alla probabilità (l’odio rivolto agli extracomunitari senza sapere con certezza il numero di reati per tipologia di popolazione è un chiaro esempio di questo tipo di errore)

Euristica della simulazione

Si tratta di una scorciatoia di giudizio che spesso fa arrabbiare di più i secondi classificati (medaglia d’argento) rispetto a coloro che sono terzi classificati (la vicinanza alla vittoria fa scattare il rammarico e rende quasi meno dolce un miglior posizionamento).

Pensiamo altrimenti a un viaggio in taxi verso l’aeroporto. Siamo in ritardo di una mezzora. Siamo nervosi, perché avremmo potuto scegliere di uscire prima dalla riunione, potevamo cambiare il volo in anticipo. Poi, arriviamo al Gate e ci accorgiamo che l’aereo è partito con 25’ di ritardo. Solo 5’ min di ritardo in più e ce l’avremmo potuta fare (o 5′ di traffico in meno).

È in quell’istante che il rammarico diventa più forte (“bastava un solo semaforo verde in più …”, “Il cliente poteva risparmiarsi quella domanda finale”, …).

La sostanza non è cambiata, il volo è perso e il ritardo era ingente, ma il fatto di aver sfiorato la partenza del volo ci fa recriminare di più rispetto a ciò che poteva accadere e non è accaduto, perché ci fa re-immaginare il passato pensando a ciò che poteva andare diversamente.

Euristica dell’ancoraggio

Questo bias avviene quando valutiamo una situazione rispetto a uno standard che abbiamo preso a riferimento (un àncora) per una qualche ragione.

Magari, non vi sembra di subire quest’influenza. Probabilmente, vi sarà capitato di ricevere la descrizione di un interlocutore che dovremo incontrare, fatta da una persona  fidata. In quei casi, se torni indietro con la mente a quel momento in cui avvenne l’incontro, puoi renderti conto di alcune ricorrenze.

La nostra percezione è ancorata a quella prima descrizione e viene modificata attraverso aggiustamenti rispetto a quella prima àncora ricevuta 😊 (ovviamente, salvo casi eccezionali, in cui la persona fa qualcosa di davvero imprevedibile, nel bene o nel male).

Euristica della disponibilità

Questa scorciatoia nasce quando le persone valutano la probabilità di un evento in base alla facilità con cui vengono in mente esempi o casi in cui quell’evento si è verificato.

Quest’euristica è molto connessa con i messaggi che riceviamo negli ambienti che frequentiamo (famiglia, parrocchia, lavoro, televisione, …).

Un esempio tipico di questo fenomeno è: ci saranno più adulteri tra politici o tra avvocati e commercialisti? Tendenzialmente la risposta tipica è “i politici”.

Tutto ciò, perché, ovviamente, sono molto più disponibili nella nostra mente notizie riguardanti la loro vita personale, mentre ne sappiamo molto meno della vita degli avvocati e dei commercialisti (magari anche le altre professioni hanno esperienze simili a quelle dei politici 😊 o magari anche i politici in genere non sono poi così avventurosi come la televisione ci fa immaginare).

L’effetto priminig

L’effetto priming (potrei tradurlo con “ciò che viene prima”) è un effetto davvero strano. Caratterizza la nostra capacità di prendere decisioni venendo influenzati da tanti stimoli che possono in modo consapevole o inconsapevole toccarci (perché visti, ascoltati, odorati, … in qualche modo percepiti) prima di un qualsiasi momento decisionale.

Si tratta di un’associazione inconscia, dove alcuni stimoli che, in realtà, non sarebbero correlati, lo diventano nella nostra mente.

Il problema è che questo fenomeno, a volte totalmente casuale (a volte meno, perché magari voluto da pubblicitari molto abili) condiziona le nostre scelte anche in modo profondo.

Un esempio molto interessante è stato quello legato alle elezioni americane. Si è scoperto che nei seggi, situati all’interno delle scuole (diversamente dall’Italia, in America non si vota solo nelle scuole), avveniva un fenomeno strano.

I voti andavano con maggiore frequenza (significativa da un punto di vista statistico) verso correnti politiche che avevano all’interno del programma una parte importante dedicata ai finanziamenti dedicati alle scuole. Strano no? 😊

Tutto qui?

L’elenco potrebbe proseguire ancora (e non per poche pagine 😊). Mi riprometto di aggiornare questa descrizione in modo più completo in un articolo dedicato.

Visto la forza di questi meccanismi, credo che possa aggiungere molto un piccolo approfondimento su quanto le neuroscienze dicano a proposito di questi sistemi.

Sharingness

Cosa ci dicono le neuroscienze (una piccola integrazione al libro)

I neuroscienziati, attraverso studi che utilizzano le più nuove metodologie di analisi dei meccanismi cerebrali (FMRI, EEG, PET, TMS, …) sono giunti a conclusioni davvero simili. Anche per Joseph LeDoux, ad esempio, esistono Sistema 1 e Sistema 2.

Anch’essi hanno scelto di cominciare la loro analisi dal punto di vista della fisiologia (studio scientifico delle funzioni vitali degli organismi viventi, animali e vegetali, in condizioni normali e/o alterate).

Nel caso del cervello, lo studio della fisiologia è passato per un grandissimo approfondimento dei meccanismi d’azione presenti nel cervello, mediati dalle infinite componenti presenti al suo interno.

Chiaramente, uno degli oggetti di indagine è stato il neurone. Tutto ciò che facciamo è connesso con la comunicazione tra i nostri neuroni. I segnali elettrochimici sono alla base di tutto ciò che facciamo. Pensiamo, ad esempio, al rilascio di adrenalina capace di farci correre veloce quando abbiamo fretta.

La via alta e la via bassa

In particolare, Joseph LeDoux ha scoperto che i meccanismi di ricezione degli stimoli potevano essere passeggiare nel cervello attraverso due percorsi separati: una via alta e una via bassa.

Nella via alta, lo stimolo che viene percepito attraverso gli organi di senso attraversa il talamo sensoriale e, prima di finire nell’amigdala, che si “preoccupa” delle nostre speciali reazioni emotive, sono letti e mediati dalla corteccia cerebrale.

Nella via bassa invece lo stimolo, analizzato dal talamo, salta per comodità la neocorteccia. Beh, quando vedi un bel serpente vicino, non conviene aspettare che la nostra coscienza lo veda 😊, perché, forse, potrebbe essere troppo tardi.

Conviene che la palla (da baseball?) passi all’amigdala che attiva tutte quelle belle sostanze chimiche capaci di darci forza e energia anche quando crediamo di non poterne avere. La neocorteccia, sede dei nostri bei pensieri complessi, purtroppo è troppo lenta in talune occasioni.

E se facessimo qualche esempio?

Qualche esempio renderà meno lontano il meccanismo:

  • avete presente le mamme che sono riuscite a sfondare vetri di auto per salvare i propri cuccioli?
    Ecco in azione l’adrenalina (non solo ovviamente).
  • Avete in mente quegli acquisti d’impulso che capitano in alcune giornate dove i commessi sono molto ispirati?
    Rilascio di dopamina e passa lo stress 😊
  • Che dire dello strano fenomeno per cui passeggiamo per ore senza accorgerci delle ferite causate dai rovi?
    Mitiche endorfine!!!!

Questo sistema di trasmissione è velocissimo. Istantaneo. In tantissime occasioni ci può salvare la vita. Ma, altre volte, può anche farci correre per una semplice corda messa per terra e “percepita” come un serpente 😊).

Per caso, avete visto qualche analogia con i sistemi analizzati da Daniel Kahneman?

Connessioni tra teorie?

Forse anche voi avete pensato che il Sistema 2 è simile alla via alta, mentre il Sistema 1 è davvero vicino all’asse Talamo-Amigdala, la via bassa.

Questa analogia conferma così una delle conclusioni a cui arriva Daniel Kahneman nel suo libro. Il fatto che i 2 sistemi siano scritti nel nostro cervello significa che con un po’ di esercizio possiamo migliorare notevolmente le nostre prestazioni.

Ora non ci resta che allenare i nostri due sistemi ad agire in sinergia, come due buoni compagni di squadra.

Per quanto gli attaccanti siano utili per fare goal, non è molto equilibrato avere solo attaccanti in squadra. Serve anche avere a disposizione qualche giocatore che sia un po’ più riflessivo. Uno capace di cambiare prendere tempo e decidere in modo più preciso e meno precipitoso. Non trovate?

Se cambi il modo di guardare le cose ...

Conclusioni

Il valore aggiunto del libro, in confronto alle classiche pubblicazioni di carattere scientifico, è proprio il fine pratico degli argomenti trattati e il riscontro nella vita quotidiana di ognuno di noi.

L’autore infatti propone alcuni stratagemmi utili a identificare e comprendere gli errori di giudizio più comuni e ridurre il più possibile le scelte sbagliate. La consapevolezza è la prima arma per evitare il fluire dei meccanismi senza controllo.

Vi invito così a leggere il libro per approfondire queste bellissime tematiche (almeno per me, ma spero di generarvi un efficace effetto priming) e conoscere i consigli di questo incredibile psicologo, insignito del premio Nobel per l’economia.

Buona lettura! Spero di ricevere i vostri feedback e di riuscire a leggerli senza farmi troppo condizionare dalle mie grandiose euristiche 😊

Fabio

PS: se ancora ti domandi quanto costi la palla… 0,05 centesimi (1 euro in più della mazza, che costa 1,05) 😊.

PPSS: E se ti domandi se le probabilità di avere in futuro un altro psicologo vincitore del premio Nobel per l’economica,  non credo siano cambiata, ma forse sarebbe meglio chiederlo direttamente a Kahneman.

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