La forza terapeutica dei libri
Leggendo le domande qui sopra, vi saranno magari venuti in mente quelle collane americane dai titoli per me orripilanti, tipo… Cambia la tua vita in 7 giorni, i 7 pilastri del successo (le 7 regole per avere successo), …
In molti casi, i contenuti possono essere considerati validi, ma il titolo tradotto in questo modo spesso ne nasconde la poesia che vi è all’interno.
Invece sto parlando di libri di letteratura. Non perché l’idea sia venuta a me. Mi sarebbe piaciuto 😊. Invece è venuta a un autore, Fabio Stassi, capace di trasformare una realtà che mi ha toccato da vicino in una bella e scorrevole opera.
Da dove nasce questo articolo
Tutto nasce dalla passione di Vince Corso, un insegnante di lettere, che dopo anni di precariato, sceglie di diventare counselor. E, fin qui, potrebbe sembrare tutto alquanto normale.
Peccato che l’insegna davanti al suo atipico studio professionale, vicino a Piazza Vittorio, reciti: “Counselor della rigenerazione esistenziale” (a Roma direbbero “e che vuor dì? 😊).
Se già questo aspetto può avervi messo un po’ di sana curiosità (anche un po’ in allarme, ma conoscendo il personaggio le paure potrebbero diradarsi dopo pochi attimi), l’aspetto più curioso della sua metodologia è la sua fiducia nel potere terapeutico dei libri.
Meccanismo d’azione
Vince si definisce una sorta di Biblioterapista, capace di consigliare libri “giusti” per persone che hanno determinate caratteristiche e problematiche.
Immaginiamo di avere di fronte una persona che crede di non avere alcun talento, cosa ci potrebbe consigliare un counselor biblioterapista?


All’interno delle pagine scritte da Fabio, ci sono diversi riferimenti a titoli e bisogni. Qui di seguito ne elenco alcuni tanto per darvi un’idea della forza ideativa che vi è dentro:
- Tutto il tempo del mondo, E. L. Doctorow per chi vuole smettere di sognare una doppia vita
- La fantastica storia dell’ottantunenne investito dal camioncino del latte, J. B. Morrison perfetto per chi non accetta di invecchiare
- I piatti più piccanti della cucina tartara, Alina Bronsky per alleviare il dolore di donne continuamente criticate in famiglia
I miei libri terapeutici o ispiratori
Il menù di libri citati è ricco e mi ha fatto molto riflettere. Mi ha fatto ripensare alla mia vita e al mio rapporto con i libri. Le fasi della mia vita, le mie vittorie, le mie sconfitte, il mio soffrire, il mio gioire è scandito da libri. Libri che mi hanno regalato ascolto, comprensione, messa in discussione.
Scoprire che un personaggio vive qualcosa che hai vissuto può dare conforto.


Uno, nessuno, centomila
Così mi è successo quando ho letto “Uno, nessuno, centomila”.
Crescere ha significato per me far pace con i miei difetti, con la mia diversità (il mio naso greco, il mio ginocchio fuori convergenza, la mia timidezza, …) e, soprattutto, con la percezione che gli altri hanno di me.
Pirandello mi ha dato una grande mano. E lo ringrazio per ciò che ha scritto.
La via del guerriero di pace
In altri periodi, ho avuto bisogno di scoprire che coloro che hanno vinto, non hanno vissuto solo vittorie. Non perché goda delle sconfitte altrui, ma perché sapere da chi ce l’ha fatta che le sconfitte non significano la morte di un sogno mi ha fatto continuare a perseverare nel perseguire i miei sogni.
A questo proposito, mi salta sempre in mente “La via del guerriero di pace”.
Stagioni diverse
Quando penso a ciò che cerco nell’amicizia, mi ricordo di una lettura sorprendente. Stephen King, nel suo libro “Stagioni diverse“, trova delle parole che ogni volta che le rileggo mi toccano le corde dell’anima. Il libro è composto da quattro sezioni. Ognuna ispirata a una stagione.
Quella di cui vi voglio parlare è l’autunno e le parole che mi echeggiano dentro da quel lontano 1999, quando le lessi per la prima volta, ve le lascio qui di seguito:
Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci sì vergogna, perché le parole le immiseriscono — le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori.
Ma è più che questo, vero?
Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via.
E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo diceva-te. Questa è la cosa peggiore, secondo me.
Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare.
Avevo dodici anni — quasi tredici — la prima volta che vidi un essere umano morto. Successe nel 1960, tanto tempo fa… anche se a volte non mi pare così lontano. Soprattutto la notte quando mi sveglio da quei sogni in cui la grandine cade nei suoi occhi aperti.
Conclusioni forza terapeutica dei libri
Come potete immaginare, i libri per me sono sempre stati una sorta di piccola rinascita. I personaggi che mi sono divorato mi hanno sempre regalato talenti, esperienze, strumenti che probabilmente nessun manuale avrebbe potuto regalarmi (anche se mi divoro anche questi ultimi
Ho scritto questo articolo la sera del giorno di Pasqua. Il giorno della Resurrezione, della Rinascita. Leggere mi ha sempre fatto credere di poter rinascere ogni volta che avrei cominciato un libro.
Ringrazio la vita per avermi donato questa passione, ringrazio Fabio Stassi (e la persona che mi ha fatto scoprire questo libro Sonia Zanazza) per avermi confermato il possibile potere terapeutico dei libri (e di rinascita) e auguro a tutti di trovare il proprio modo di rinascere nelle piccole cose che la vita ci regala: un libro, una ricetta, una musica, un film, o qualunque altra forma sia scintilla di rinascita.