La forza delle emozioni natalizie al servizio di famiglie e comunità

Presepe vivente Osteria Nuova 2017

La magica forza del periodo natalizio: emozioni tra passato e futuro

Ti ricordi come vivevi il Natale da piccolo?

Ti capita di accorgerti di alcuni momenti in cui torni indietro nel tempo?

Quanto i profumi sono capaci di connetterti con sapori che pensavi aver dimenticato?

Introduzione

C’era una volta il Natale. Un periodo dell’anno ricco di doni. Ricco di emozioni. Ricco di gioia. Ricco di spensieratezza. Ricco a volte di tristezza. Altre volte di rabbia. Insomma ricco.

Mi ricordo, quando ero bambino (parlo fisicamente, perché un po’ mi ci sento ancora 😊), aspettavo con gioia il Natale per tante ragioni.

 

I doni di Babbo Natale (o Gesù Bambino a seconda delle zone di competenza😊) possono essere già un buon motivo. Ma c’era qualcosa in più. C’era l’atmosfera di una famiglia che dopo un anno di lavoro, di vita frenetica (acuita dal senso di urgenza presente durante le attività prenatalizie), si ritrovava insieme in una stessa casa. In uno stesso ristorante. Comunque all’interno di uno stesso spazio.

Uno spazio fuori dal tempo, fuori dalla realtà. Uno spazio in cui per il bene comune, la famiglia e la comunità in cui viviamo, si è disposti anche a fare finta che tutto vada bene, che tutto andasse per il meglio. Lo si faceva per i bimbi. Lo hanno fatto sicuramente anche per me in qualche occasione. E la cosa simpatica è che quel giorno i bambini ci credevano al tocco magico della famiglia felice natalizia.

Un po’ perché i bambini hanno quella sana ingenuità che viene poco alla volta persa da adulti, un po’ perché fingere a volte fa comportare e fa accadere. A volte fingersi innamorati di qualcosa o di qualcuno fa scattare la scintilla. Bisogna solo essere disponibili a farla accendere e lasciare aperto il cuore.

Magia del Natale

Scintille magiche

A Natale si fanno cose diverse dal solito. Ieri, per esempio, mi sono ritrovato a partecipare come Re Magio (foto in alto) all’interno di un Presepe vivente. Purtroppo, sebbene non ci fosse molto freddo (rispetto ai giorni scorsi), il numero di spettatori è stato molto esiguo.

Non è stato un bel messaggio della nostra parrocchia ai giovani (ragazzi tra 14 e 18 anni) che hanno ideato e costruito questa rappresentazione per la comunità. Può essere vero che una parte non è venuta per malattia. Ma l’assenza di una gran parte della comunità non può essere solamente causata da una fantomatica epidemia influenzale (che peraltro ha colpito comunque tantissime persone 😊 che spero abbiano recuperato per festeggiare in salute).

Tra l’altro, non può essere un problema di memoria. Il Natale si vede dappertutto. In strada, nei negozi, la televisione manda in onda innumerevoli film natalizi. I film sul Natale possono legarsi alla figura del mitico Babbo Natale o alle vicende di protagonisti che vogliono tornare a casa a tutti i costi per passare il Natale con la propria famiglia che, per qualche strana ragione, non ci debbano riuscire.

Nella realtà, spesso non sono le distanze fisiche il problema. Lo sono le distanze emozionali, frutto di litigi, incomprensioni, incuria, incapacità di comunicare.

Una volta, per stare insieme a Natale e non rovinare l’atmosfera, eravamo tutti disponibili a far accadere i miracoli. Fratelli che tornavano a sorridersi, genitori e figli che si abbracciavano.

Magia del Natale 2

Le emozioni nel Natale di oggi

I doni sotto l’albero sono belli, perché sono l’antipasto del vero dono. Sono la scusa per riattivare il piacere di tornare in connessione con le persone a cui vogliamo bene. A volte, per permettere che ciò accadesse, è stato utile il perdonare, a volte il ricambiare, a volte il lasciar andare. A volte, il solo rientrare in quel luogo e senza aspettative lasciarsi scorrere.

Oggi, però le famiglie e le comunità sono cambiate:

  • gli interlocutori da tenere uniti a Natale sono aumentati e questo aspetto va integrato nella visione del Natale (si può essere uniti anche senza essere presenti fisicamente)
  • i “non detti” che ci legano gli uni agli altri sembrano essere prolificati a dismisura e generano emozioni che sembrano “muri” (si può tornare a vivere emozioni che sembrano “ponti” con le persone care, basta volerlo e dimostrare comprensione anche verso comportamenti lontani dai propri),
  • le aspettative (e pertanto la pazienza che ci permetteva di sopportare la differenza tra realtà e aspettative) che abbiamo verso le persone che ci circondano sono diventate molto più grandi (si può decidere fortunatamente di liberarsi dalle catene delle aspettative “inutilmente restringenti” e godersi la vita per quel che c’è senza passare per un continuo filtro del “dovrebbe essere”).

A volte, mi piacerebbe tornare bimbo e rivedere, con quegli occhi, il potere del Natale. Mi fa paura sapere quanta responsabilità abbiamo di continuare questa bellissima tradizione (non parlo della sola religione, ma dell’idea che ogni anno possa rinascere il nostro essere famiglia). Mi spaventa che si perda il senso di riconciliazione che, per tanto tempo, ha permesso i miracoli del Natale. Anche solo la speranza che ciò possa accadere per me va coltivata. Non è detto che quest’anno il miracolo accada. Ma che ogni anno possa accadere.

Il senso del Natale

Fortunatamente, mi rincuora il vedere il senso del Natale, il senso di coesione e di piacere della comunanza ancora vivi nelle facce e nei gesti di tante persone che conosco. Un bisogno che abbiamo, probabilmente, come esseri viventi.

Magari, le modalità della vita di oggi (tutte le trasformazioni culturali portano nuovi equilibri, nuovi vantaggi, ma rischiano anche di cancellare qualche vantaggio del passato), unito all’essere diventati adulti, hanno acciaccato, in parte, quella parte magica del Natale che vive nei miei ricordi da bambino.

Credo che, ad ogni modo, il bisogno di far parte di una famiglia  e di una comunità (nel senso di persone che condividono valori comuni e rapporti di fiducia in assenza di giudizio) sia ancora molto forte. Si tratta di una scintilla magica che credo che abbia il potere di non morire mai.

Mitico Babbo Natale

Cosa chiedo a Babbo Natale

Quest’anno,  mi sento di chiedere al mitico Babbo Natale di avere la forza di essere (o diventare, perché mi rendo conto che per quanto ci lavori ancora non riesca sempre a evitare di farmi fregare dalle mie stesse aspettative e dall’intensità mie emozioni) un tedoforo del Natale e di avere accanto a me tantissime persone (in primis, i ragazzi dell’oratorio che, senza magari accorgersene, si stanno dimostrando un valore per la comunità inestimabile) che con il loro esempio possano tenere accesa la fiamma Natalizia e godere al meglio di ciò che è presente in questa tradizione di festa connessa con la Nascita. Un evento capace di liberare il nostro io bambino e di lasciarlo vivere in pieno la magia delle luci, delle musiche e dei profumi di una volta. E di vivere in comunità e famiglie ricche di gesti (e non solo cesti 😊) Natalizi.

Buon Natale a tutte le persone che mi stanno intorno e, in particolar modo, a quelle che vogliono condividere con me questo regalo natalizio e le splendide emozioni che si porterà dietro.

Così magari il prossimo anno al Presepe Vivente avremo tantissima gente.

Fabio

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