Il significato di “lavorare”: passione nel lavoro, lavoro e basta

Lego Serious Play-min

Che rapporto avete con il vostro lavoro?

Quante energie ci investite? Quante ve ne ritornano?

Quanto vi sentite motivati a completare le attività che fate?

Intro alla passione questa smarrita

Ho la fortuna di vivere a contatto con tantissimi lavori. Per lavoro mi confronto tutti i giorni con manager, impiegati, quadri, dirigenti, di vari settori. Dalle vendite al finance, passando per il marketing e la medica, alla sanità, al pubblico impiego, alla grande distribuzione, all’automotive.

Nella mia vita privata, vedo l’altra parte del mondo del lavoro. Compro servizi per la casa, idraulico, elettricista, fruttivendolo, commerciante, macellaio … Chi più ne ha più ne metta.

La curiosità è parte di me. Tra l’altro, è una caratteristica cheaiuta chi svolge il mio mestiere. Osservo, ascolto, pongo domande e cerco di capire e comprendere.

Questo post nasce proprio da uno di quei momenti in cui le domande che mi pongo non riescono a trovare risposta.

Tutto nasce in una tranquilla giornata Milanese

Lunedì e martedì scorso ho lavorato a Milano per un cliente. Uno dei lavori che preferisco è quello di formare i formatori. Condividere le tecniche di facilitazione d’aula con persone esperte dal lato tecnico mi anima e mi riempie il cuore di entusiasmo. Soprattutto, quando hai di fronte persone preparate e, a loro volta, animate da una bellissima voglia di trasferire competenze ad altre persone.

I risultati quando la passione è presente sono incredibili. Infatti, nella fattispecie, seppur stanchi le persone hanno lavorato molto intensamente, dalle 9 e 30 fino alle 23. Tranquilli le attività serali erano legate al mondo del gioco, un gioco serio, Lego Serious Play 😊

Immaginatemi a questo punto al termine di queste 2 giornate, fare il viaggio di ritorno con la mia collega Michela (la vera esperta di Lego Serious Play ) e dimenticare il mio prezioso ipad nella tasca davanti al mio sedile. “Azzzzz!”

C’era una volta l’ufficio oggetti smarriti

Il mio Ipad, oggi, custodisce davvero tante cose della mia vita. Ad esempio, foto e libri. Per quanto preferisca ancora la lettura su carta, ho imparato a utilizzarne tutte le potenzialità. Quando ho scoperto che mi mancava nella borsa… Mi sarei voluto mangiare le mani. Odio essere così smemorato!!! 😊

Non so cosa avreste fatto voi. Io non mi sono perso d’animo e ho cercato su internet il link dell’ufficio oggetti smarriti. Ho mandato una mail, cercando di molto gentile. Quando scrivo, anche se non conosco chi ho di fronte, provo a immaginarmi  colui che leggerà e spero di strappargli un qualche sorriso. Poi, quando ho chiuso il browser, e ho incrociato le dita.

La lieta sorpresa

Come d’incanto, la prima mail che ho ricevuto la mattina successiva è stata:

Fotografia mail-min

Non tutta la mail è comprensibile (la parte in rosso lascia alquanto dubbiosi sul da farsi), per cui chiamo l’ufficio di competenza e mi faccio dare conferma che il mio ipad sia proprio presso l’ufficio oggetti smarriti di Fiumicino presso il T1. Dopo tutte le conferme del caso, vado da mio figlio per festeggiare l’accaduto (anche lui ha qualche piccolo pezzo della sua vita là dentro) e mi organizzo per andarlo a recuperare nel pomeriggio. Finisco una giornata lavorativa frenetica e veleggio verso l’aeroporto di Fiumicino. Tutto procede d’incanto. Mi fanno passare ai controlli di sicurezza più veloci e in men che non si di mi ritrovo davanti all’ufficio oggetti smarriti.

Una sorpresa a matrioska

Con fare molto allegro e felice, per la fortuna avuta, mostro il documento di identità e la mail con la conferma del ritrovamento del mio ipad. La signora mi fa firmare le carte e si reca a recuperare il collo, impacchettato con grandissima cura. Come un bambino lo scarto per verificare che sia il mio e che non ci siano stati errori.

Vedo la mia cover e dentro di me mi ritengo iper fortunato. Anche se la signora mi dice che difficilmente vengono rubati gli oggetti dagli aerei. Mi ritengo comunque gran fortunato e il mio sorriso interiore continua a crescere. Con questo mood (lo dico all’inglese, perché suona più fico), apro la cover e … Ta da!!!!!!!

Ipad Fabio De Luca rotto-min

Ci sono rimasto di me…da, e non ho trovato parole per esprimere la delusione. La signora mi ha detto vedendo la mia faccia e l’ipad in quello stato: “Non era così prima? Noi li riceviamo solamente, mi dispiace molto per quello che è successo, ma non sappiamo come possa essere accaduto”.

Quando sono tornato in macchina ho condiviso la mia rabbia con mio figlio per il furto emotivo appena consumato e ho riflettuto sulla situazione in generale.

Domande potenti?

Ho dimenticato l’oggetto sull’aereo, per cui, comunque, una gran parte della responsabilità di quanto accaduto è mia. Stare più attento è nelle mie corde e soprattutto nella mia area di responsabilità. Se non l’avessi dimenticato sarebbe ancora con me integro.

Detto questo, mi domando cosa possa essere accaduto al mio ipad nel tragitto che va dall’aereo all’ufficio oggetti smarriti. Per rovinarlo in questo modo pur avendo una cover nera di gomma ci vuole davvero una grande forza.

  • Ci sono saltati sopra per testare la solidità dei prodotti apple?
  • Hanno provato a utilizzarlo come disco da lanciare?
  • Hanno cercato di sfruttarlo come piede di porco?

Ho cercato di vedere uno spiraglio di spiegazione. Mi son fatto guidare dalle domande potenti, ossia quelle domande che fanno riflettere, lasciano a bocca aperta l’interlocutore. Ammetto che forse la rabbia per un’incuria che trovo davvero triste non mi ha permesso di trovar nessuna interpretazione che mi aiuti a comprendere. E nessuna risposta che mi permetta di comprendere come siano arrivati a trattare un oggetto in questo modo e come possano sentirsi tranquilli senza aver espresso un sincero “mi dispiace”.

Fortunatamente, sono consapevole che l’Ipad sia solo un oggetto e che esistano cose ben più gravi. Quel che non mi da pace (lasciatemi montare un po’ la parte emotiva :)) è l’atteggiamento di queste persone al lavoro.

Lavoro-min

Forza dei propri valori, passione per il lavoro

Simon Sinek, un grande esperto di leadership, ha parlato durante un suo bellissimo TEDx dell’importanza di lavorare avendo nella mente e nel cuore il proprio Why, il proprio perché (ne parlo anche in un altro articolo, “Sai perché fai le cose”: http://fabiodeluca.net/sai-perche-fai-le-cose/). Chi lavora per lo “stipendio e basta” non percepisce il danno alla persona (l’ipad e tutto ciò che c’è dentro rotto), nemmeno il danno d’immagine recato al proprio datore di lavoro, e nemmeno quello a se stesso. Effettivamente, non sarà questo gesto a impedirmi di scegliere Alitalia, ove mi servirà. Ma se mi chiederanno mai quale sia la mia esperienza con Alitalia ci terrò a condividere questa mia riflessione. Come sto facendo in questa occasione (se qualcuno dei miei amici fosse Alitalia chiedo loro di mostrare questo messaggio).

Si sente spesso parlare di Alitalia e del fatto che non riesca mai a recuperare la propria efficienza, la propria efficacia. Una parte di dipendenti attaccati alla poltrona e una parte a cercare di risolvere per tutti i problemi. Purtroppo, da questa esperienza, e soprattutto dal fatto che la persona che ha fatto quel che ha fatto con il mio Ipad (mi auguro che abbia sbagliato non di proposito), traggo una semplice conclusione.

Purtroppo fa molto rumore sapere che ci sono persone come queste che trattano il lavoro senza cura. Il telegiornale ne parla spesso. Posso comprendere che non sia un lavoro piacevole, divertente.

Ma quale lo è per definizione?

Lavoro della vita cercasi

Anche il mio non lo è. Ci vuole, a volte, molta pazienza perché le situazioni non evolvono sempre come vorremmo. Io mi impegno perché tutto funzioni perché sono consapevole di quanto sia importante la mia attività per le persone che ho davanti.

In realtà, non sono certo che questo sia vero, ma posso scegliere di interpretare tutto ciò in questo modo e così trasformare la mia attività in una piccola missione: condividere conoscenze, buone pratiche, metodologie e competenze in modo attivo e divertente.

Ognuno ha la propria value proposition personale, una sorta di descrizione sintetica che racconta quanta passione metta nel lavoro di tutti i giorni. La differenza è che alcune persone la scrivono, mentre altre la ripetono a se stessi come un mantra. Anche le azienda hanno la loro.

Value Proposition

Conclusioni

Anche dentro Alitalia esistono uomini e donne che vivono la propria attività come me. Sanno il perché di quel che fanno e dimostrano attraverso ogni gesto il loro servizio alla clientela, a persone che viaggiano e che hanno bisogno di aiuto. Farlo bene, strappare un sorriso, creare un circuito positivo di gratitudine reciproca, può generare un valore umano e anche economico incredibile. Speriamo che questa cultura si alimenti e si diffonda e queste persone della contro cultura del “lavoro e basta” possano svegliarsi e scoprire quanto diventi più bello lavorare per uno scopo rispetto al solo eseguire (male) dei compiti.

Non smetterò mai di ripetermi e di ripetere alle persone che incontro e che mi parlano della loro attività, che la forza di un’azienda è correlata a quanto i propri dipendenti sono consapevoli del valore che generano per il cliente e a quanto riescano a farsi piacere questo valore.

Solo in questi casi può avvenire il miracolo: “quando ami il tuo lavoro (non tanto perché sia bello, ma perché lo sai trasformare in bello), non lavorerai mai un giorno della tua vita”.

Chiudo, augurandomi di vedere un mondo felice, ricco di passione, dove ogni persona faccia sforzi pieni di significato che alleggerisca la fatica. Così come capita a me tutti i giorni.

 

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