Attivare le dee dentro una donna (e dentro all’uomo) per un mondo più equilibrato e ed equo

Introduzione

Oggi, vi porterò con me all’interno del libro “Dee dentro una donna” di Jean Shinoda Bolen. Per chi non la conoscesse, stiamo parlando di una famosa psicoterapeuta Statunitense. È nota per il suo lavoro nel campo della psicologia analitica di Carl Jung e per l’introduzione della mitologia greca nella interpretazione degli archetipi maschili e femminili attivi in noi.

Ogni persona ha al proprio interno diversi archetipi collettivi che possono essere ricondotti agli dei della mitologia greca. Nello specifico, come ben rappresentato dal titolo, la Bolen presenta tutte le possibili Dee che possono essere attive o disattive in una donna.

In realtà, nell’introduzione, specifica che gli dei e le dee possono potenzialmente attivarsi anche nel sesso opposto. Spesso mentre lo leggevo mi sono domandato quanto un certo aspetto fosse presente in me uomo.

Credo sia una conferma del fatto che abbiamo parti maschili e femminili che danzano dentro di noi in modo più o meno armonico. Io sento la mia parte femminile e mi piace molto tenerla in considerazione. Anche perché è responsabile di tantissime mie qualità.

Non so quanto questa parte sia legata a una Dea, presente in me, ma sarei curioso di scoprirlo, perché credo che per noi uomini far pace con le nostre dee possa renderci più vulnerabili, più liberi e più vicini alle donne che ci sono vicine.

Sicuramente, avrò le idee più chiare, quando avrò riletto anche gli “Dei dentro un uomo” (l’ho letto la prima volta in un momento sbagliato della mia vita e oggi sono invece curioso di riprenderlo in mano). Per il momento, posso solo condividere la curiosità che ha fatto nascere in me questa lettura.

Jean Shinoda Bolen presenta ogni dea raccontandone i miti e legandoli a fatti che le sono stati raccontati durante le sue sedute di psicoterapia. È incredibilmente forte il parallelismo che possa crearsi tra vita reale e vita psicologica.

Patriarcato e matriarcato dal punto di vista delle Dee

La Bolen, tra l’altro, fa comprendere in modo molto chiaro quanto questo schema archetipico abbia influenzato la presenza del patriarcato nella nostra società. Per quanto il dio mitologico da cui nasce tutto sia donna. Si tratta infatti di Gea (o Gaia), la Madre Terra. L’evoluzione sovverte questo equilibrio.

Questa evoluzione (o involuzione se vediamo le conseguenze che ha portato) è legata al passaggio mitologico dalla Madre Terra, Gea, ai Titani, e poi ai loro successori, gli Olimpi. Qui troviamo il simbolico cambio da una forma di società matriarcale a una patriarcale nella mitologia greca.

Questa transizione riflette cambiamenti profondi nei modelli di potere e nelle strutture sociali. Inizialmente, Gea, la Terra stessa, è il centro di potere e di culto. Lei è la fonte di tutta la vita e il suo ruolo come Madre Terra è onnipresente e dominante.

In questo contesto, il potere è spesso percepito come generativo, nutritivo, e intrinsecamente legato alla natura e al ciclo della vita. Gea rappresenta l’archetipo della Grande Madre, che è fondamentale in molte culture antiche e simboleggia la custodia della vita e della fertilità.

I Titani, figli di Gea, prendono il sopravvento in una narrazione che riflette tensioni e dinamiche interne, familiari. Questo passaggio può essere visto come il momento in cui il vecchio ordine viene sfidato e rovesciato.

 La rivolta di Crono contro Urano, suo padre, nonché marito di Gea, per esempio, mostra un chiaro desiderio di cambiamento e di nuovo controllo, dove l’uomo prende il sopravvento. Successivamente, l’arrivo di Zeus, seconda generazione degli Dei, lo consolida creando quel che oggi vediamo come patriarcato.

Questo passaggio mitologico, da Gea a Zeus, infatti, riflette simbolicamente la transizione nelle società umane da sistemi più egualitari, legati alla terra e alla fertilità (simboleggiati da Gea), a sistemi gerarchici e centralizzati (simboleggiati da Zeus e il patriarcato).

Dal punto di vista della psicologia junghiana, rappresenta anche un cambio nella psiche individuale e collettiva, dove i principi maschili come la razionalità, l’ordine e il controllo assumono preminenza sui principi femminili dell’intuizione, della cura e della connessione.

Conflitto tra archetipo e stereotipo: chi vince?

Ora, proviamo a entrare con maggiore dettaglio nelle Dee presenti nella donna, inserite in questa cultura fortemente patriarcale. Lo specifico, perché con tutta probabilità, se la cultura dominante fosse un’altra, potrebbero esserci notevoli differenze nelle modalità di attivazione delle Dee.

Ogni Dea infatti ha aspetti positivi e negativi. Può portarci a stare bene, vivere bene, come alla depressione e a un generale malessere. Una persona che ha attiva la dea Atena, una delle tre Dee vergini, potrà avere una grandissima necessità interna di lottare per sviluppare le proprie potenzialità.

Ma cosa succede se i genitori di questa donna hanno per tutta l’infanzia premiato i comportamenti da Estia, la dea del focolare e della famiglia?

All’interno della bambina, inizia un periodo di grande frizione tra la propria natura archetipica e lo stereotipo tirato fuori dal sistema premiante della famiglia che voleva una figlia madre, casalinga a supporto della famiglia. Un bel casino che non si risolve fino a quando non vi è un’illuminazione.

La bambina Atena riesce a comprendere il proprio archetipo e a prendere decisioni coerenti con la propria natura, senza rimanere soggiogata negli stereotipi familiari. Facile a dirsi, ma complesso da farsi.

Diventare consapevoli implica accogliere il dolore, la rabbia, la frustrazione, … insomma tutte le emozioni che proviamo spesso e individuarne le ragioni profonde. A volte è sufficiente meditarci sopra, accogliere i propri sogni con curiosità o tenere un diario che ci racconti le ricorrenze.

Serve pertanto impegno e tanta curiosità. E non potete immaginare il senso di liberazione che determina scoprire come sfruttare al meglio i nostri talenti grazie all’attivazione consapevole degli archetipi.

La nostra mente è come un condominio in cui ci sono tanti inquilini e dove presiedere l’assemblea inglobando i punti di vista di tutti è l’unica strategia che possa farci realmente stare bene. Il problema è che spesso non siamo noi stessi a presiedere l’assemblea, ma ci ritroviamo a viverne il caos interno.

Così prendiamo decisioni sbagliate, frutto del caso e troppo spesso ci troviamo a soffrire perché ci sentiamo imprigionati e incatenati. Cerchiamo di capire ora chi sono questi inquilini all’interno del mondo femminile e all’interno di almeno una parte del mondo maschile.

Le Dee dentro una donna

Gli archetipi femminili nel libro “Dee dentro una donna” possono essere suddivisi in tre categorie principali: dee vergini, dee vulnerabili e dee alchemiche. Di seguito, vi lascio una breve descrizione di ciascun gruppo con i relativi archetipi e cercherò di sintetizzare sia il lato positivo, sia quello negativo.

Dee Vergini

Le dee vergini sono quelle che sono indipendenti e spesso rappresentano l’autonomia e l’autosufficienza. Non sono vergini nel senso letterale del termine, ma simboleggiano l’indipendenza dalla relazione con un partner e dal mondo esterno.

Atena:

  • la dea della saggezza e della guerra, caratterizza le donne strategiche, intelligenti, che eccellono nel lavoro e in contesti competitivi, spesso mantenendo una certa distanza emotiva.
  • Positivo: Indipendente, forte, connessa con la natura e protettrice delle giovani donne e delle ragazze.
  • Negativo: Può essere eccessivamente individualista e distaccata nelle relazioni romantiche.
  • Mito più significativo: Atena nasce completamente armata dalla testa di Zeus. È la dea della saggezza, della strategia bellica e del lavoro artigianale. Famosa per la sua saggezza e intelligenza, Atena è una protettrice degli eroi e della città di Atene, a lei dedicata.

Artemide:

  • la dea della caccia e della luna, simboleggia le donne indipendenti, connesse con la natura e concentrate sui propri obiettivi personali, spesso con un forte senso di sorellanza.
  • Positivo: Intelligente, strategica, riuscita professionalmente e capace di mantenere la calma in situazioni di stress.
  • Negativo: Emotivamente distaccata e a volte troppo concentrata sul successo, trascurando le relazioni personali.
  • Mito più significativo: Artemide è la dea della caccia e della luna, nota per la sua indipendenza e il suo spirito selvaggio. Figura centrale in molti racconti, protegge la natura e i giovani. Uno dei miti più noti è quello di Atteone, un cacciatore che la spiò mentre faceva il bagno e fu trasformato in cervo e ucciso dai suoi stessi cani.

Estia:

  • la dea del focolare, rappresenta il centro tranquillo, spesso contenta di occupare un ruolo di supporto, valorizzando la casa e la famiglia come luoghi di conforto e cura.
  • Positivo: Calma, centrata, dedita alla casa e alla famiglia come luoghi sacri.
  • Negativo: Troppo introspettiva, rischiando di diventare isolata e di evitare il cambiamento.
  • Mito più significativo: Estia è la dea del focolare e del focolare domestico. È una delle dee meno narrative, con pochi miti specifici a suo nome, il che sottolinea il suo ruolo come simbolo di stabilità e di supporto discreto. Estia è nota per la sua decisione di rimanere vergine e di non coinvolgersi nelle dispute degli altri dei, preferendo mantenere la pace e l’armonia del focolare.

Dee Vulnerabili

Le dee vulnerabili sono quelle che esprimono qualità emotive, spesso coinvolte in relazioni complesse o situazioni che richiedono adattamento e compromesso e sono spesso condizionate dalla relazione con le altre persone (i partner in particolare).

Era:

  • la dea del matrimonio, rappresenta la donna devota e leale, focalizzata sulla relazione e il matrimonio come fulcro della propria vita.
  • Positivo: Fedele, dedicata alla relazione e al matrimonio, protettrice delle donne sposate.
  • Negativo: Possessiva, gelosa e talvolta incline a sopportare comportamenti negativi per mantenere la stabilità del matrimonio.
  • Mito più significativo: Uno dei miti più noti la riguarda è il suo matrimonio con Zeus e la sua incessante lotta per mantenere l’ordine e la fedeltà, nonostante le frequenti infedeltà di Zeus. Hera è spesso vista come gelosa e vendicativa nei confronti delle amanti di Zeus e dei loro figli.

Demetra:

  • la dea della fertilità e dell’agricoltura, simboleggia la maternità e la capacità di nutrire e prendersi cura degli altri.
  • Positivo: Nutriente, materna, generosa e capace di offrire supporto e amore incondizionato.
  • Negativo: Eccessivamente protettiva, rischiando di creare dipendenza nei suoi cari.
  • Mito più significativo: Il suo mito più significativo riguarda la perdita della sua figlia Persefone, rapita da Ade e portata negli inferi. La sua disperata ricerca di Persefone simboleggia il legame materno e il ciclo della vita e della morte, così come le stagioni sulla Terra.

Persefone:

  • inizialmente dea della primavera, diventa regina degli Inferi dopo il suo rapimento, rappresentando le donne che vivono transizioni profonde e che possono navigare tra il conscio e l’inconscio.
  • Positivo: Capace di adattarsi e di accettare il cambiamento, navigando tra il conscio e l’inconscio.
  • Negativo: Passiva, a volte incapace di prendere decisioni autonome e di uscire da situazioni negative.
  • Mito più significativo: Persefone, figlia di Demetra, viene rapita da Ade e diventa la regina degli inferi. Il suo mito rappresenta la transizione dalla fanciullezza all’età adulta, oltre al ciclo della natura e la capacità di adattamento a nuove realtà, come quella del regno dei morti.

Dee Alchemiche

Le dee alchemiche sono quelle che incarnano la trasformazione e il cambiamento, spesso attraverso esperienze di profonda introspezione o crisi personale.

Afrodite:

  • la dea dell’amore e della bellezza, incarna la passione, la creatività, e la capacità di stabilire connessioni profonde e significative.
  • Positivo: Passionale, creativa, capace di ispirare e connettersi emotivamente con gli altri.
  • Negativo: La sua ricerca di piacere e bellezza può condurre a instabilità emotiva e superficialità nelle relazioni.
  • Mito più significativo: Afrodite è la dea dell’amore e della bellezza. Nata dalla schiuma del mare, è coinvolta in innumerevoli storie d’amore, sia divine che mortali. Il suo coinvolgimento nel giudizio di Paride, dove viene scelta come la più bella tra le dee, porta alla guerra di Troia.

Cosa mi porto a casa

La conoscenza degli archetipi delle dee della mitologia greca, come esplorato da Jean Shinoda Bolen in “Dee dentro una donna”, ci offre una preziosa chiave di lettura per comprendere le dinamiche profonde della psiche femminile e la sua interazione con la società.

Questi archetipi non solo arricchiscono l’autoconsapevolezza delle donne (e anche degli uomini che potrebbero scoprire parti di sé e parti nascoste della donne della loro vita), ma illuminano anche il cammino verso una maggiore armonia tra maschile e femminile, sia a livello individuale che collettivo.

Io credo che ci sia un potenziale punto di equilibrio armonico che potrebbe essere raggiunto grazie a questa maggiore consapevolezza. Comprenderci maggiormente e comprendere meglio l’altro può liberarci dagli stereotipi e permettere di investire sui nostri archetipi, sfruttandoli per il loro potenziale positivo.

L’integrazione degli aspetti rappresentati da queste dee può servire come modello per bilanciare le forze del patriarcato e del matriarcato nella società moderna. Ogni dea incarna qualità uniche che, se valorizzate e integrate nel tessuto sociale, potrebbero contribuire a un equilibrio più giusto e paritario.

Per esempio, la saggezza e la strategia di Atena, l’empatia e la cura di Demetra, o l’indipendenza e la forza di Artemide, possono essere viste come complementari piuttosto che antagoniste alle qualità tradizionalmente valorizzate in contesti patriarcali e tra l’altro potrebbero essere attivate anche nel lato femminile di noi uomini.

Quando facciamo formazione e coaching per esempio abbiamo un parte della Dea Demetra attiva in noi. E non dobbiamo vergognarci perché nessuna legge vieta all’uomo di curare, avere attenzione all’altro, essere gentile. Siamo molto di più di quanto immaginiamo. Basta esserne consapevoli.

C’è un ulteriore aspetto che tengo molto a sottolineare. Riconoscere e valorizzare questi archetipi femminili aiuta a contrastare gli stereotipi riduttivi e promuove un riconoscimento più ampio dei contributi delle donne in tutti gli aspetti della vita.

La consapevolezza e l’apprezzamento di queste dinamiche non solo favoriscono l’equità di genere ma arricchiscono anche la cultura e la società, offrendo nuovi modelli di leadership, di collaborazione e di convivenza.

In definitiva, comprendere e integrare gli insegnamenti derivati dagli archetipi delle dee può guidare verso una società in cui il valore dell’individuo non è determinato dal genere, ma dalla ricchezza delle sue qualità interne.

Questo approccio non solo mitiga la lotta tra i sessi ma favorisce un dialogo costruttivo che celebra la diversità come forza e come opportunità di crescita collettiva. In questo modo, il legame tra antichi miti e questioni contemporanee si rivela un potente strumento per costruire un futuro più equilibrato e giusto.

Per tutte queste ragioni, credo che sia importante che diventi un libro Cult.

Ringrazio moltissimo le donne che me l’hanno fatto scoprire e che mi hanno così permesso di mettermi in discussione e di trovare nuovi punti di vista sulla mia identità e sulle mie dinamiche interne e avvicinarmi a comprendere anche quelle delle donne che sono attorno a noi.

Auguri un buon viaggio mitico a tutti coloro, uomini e donne, che decideranno di entrare nel magico mondo di “Le dee dentro una donna”. Non so cosa troverete, ma sicuramente ne uscirete molto cambiati.

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