La trappola della felicità – l’importanza del lasciar andare, lasciar fluire, navigare

Come mai è importante liberarsi dalla ricerca della felicità (mi viene in mente il film di Will Smith 😊)?

Quanto i pensieri ci portano ad auto sabotarci nella vita?

Quale è la formula della flessibilità psicologica?

Intro

Russ Harris, psicoterapeuta australiano, uno dei fondatori della Acceptance and Commitment Therapy (ACT),  ci sfida in modo diretto e senza fronzoli. Ci mostra quanto siamo stati presi in giro da proposte irrealizzabili che parlano di raggiungere la felicità come scopo di vita. Non funzionano!

Essere felici sempre è ovviamente impossibile e se anche fosse possibile… sarebbe deleterio. La felicità è un’emozione sana come tutte le altre. Ha una chimica che la contraddistingue. Come le altre. Ha degli scopi come le altre. 😊

Essere felici è importante, ma non perché dobbiamo esserlo sempre. Non apprezzeremmo la felicità se non provassimo anche il resto del pacchetto emotivo. Un po’ di rabbia, un po’ di paura, un po’ di tristezzaOgni emozione contribuisce all’arcobaleno della nostra vita.

Per migliorare il proprio stato interiore serve far pace con ciò che ci accade dentro. Nessuno riesce a non avere mai demoni da sconfiggere, auto sabotaggi da combattere, principesse o principi da conquistare. E stiamo parlando di persone normali. 😊

Lo stesso autore, lungo il libro, ammette che la stessa scrittura del libro non è stata semplice. Ha dovuto affrontare delle difficoltà frutto dei demoni della nostra infanzia, della paura di fallire, di non riuscire a portare a termine un’opera così complessa come quella di un libro.

Fortunatamente, attraverso l’uso delle stesse tecniche descritte nel libro ha saputo direzionare la sua barca e così godersi il viaggio completando l’opera. 😊

Questi meccanismi che sembrano inutili e deleteri, che ci distraggono in tante occasioni… in realtà sono nati per proteggerci dai pericoli in un mondo molto pericoloso come quello che vivevano i nostri antenati.

Essere attenti a ciò che potrebbe accadere, rimanere in allerta poteva salvarci la vita davanti alla possibilità di essere attaccati da animali feroci. Ma di animali feroci non ce ne sono più, per cui perché rimanere così tanto in allerta? 😊

Accettazione e la possibilità di dire “Grazie mente”

Il primo passaggio per liberarsi da questa sensazione interna di essere in lotta con i nostri pensieri si concentra sul relazionarsi diversamente con essi. Non serve sostituirli, cambiarli forzosamente, concentrare l’attenzione da altre parti. Basta con l’idea di cercare di correggerli!

Secondo questo approccio, molto coerente con i principi di mindfulness, diventa importante praticare la “defusione”. Come dargli torto… sì, ma cosa significa questa parola?

Si parte da un principio chiave: noi, anche se talvolta facciamo fatica a rendercene conto, non siamo ciò che pensiamo. I pensieri sono solo prodotti del nostro cervello. Purtroppo, però, molto spesso ci fondiamo con i nostri pensieri prevalenti e li crediamo assolutamente veri. Quando non lo sono.

Un pensiero, soprattutto quando implica generalizzazioni, deformazioni, cancellazioni, come nel caso della frase “Non ce la posso fare!” può sembrarci vero e condivisibile. La defusione permette di distanziarci dal pensiero riconoscendo che è solamente un pensiero e non una verità e così liberarci dal suo effetto restrittivo.

Come fare a praticare l’accettazione e la defusione, però?

L’autore ci consiglia di esercitarci a lasciare spazio dentro di noi per i pensieri disfunzionali che ci toccano arrivando a espandere lo spazio fino  ad accogliere anche emozioni spiacevoli. Dobbiamo trovare il nostro modo di dar loro il benvenuto. Solo così possiamo lasciarli andare senza trattenerli a oltranza.

Sembra un ragionamento da folli. Accettare queste cose che ci fanno male non aumenta la sensazione di impossibilità? Incredibilmente, lasciare spazio e ascoltare i pensieri, accogliendoli dicendo, ad esempio, “Grazie mente!?” ha un effetto benefico e tranquillizzante.

Per ottenere questo risultato, bisogna distanziarsi ad esempio esprimendosi in modo diverso. Invece di dire “Non ce la posso fare”, posso esprimermi affermando “Sto avendo il pensiero di non potercela fare”. A volte, posso addirittura distanziarmi ancora di più esprimendomi “Noto che sto avendo il pensiero di non potercela fare”.

Prova a sperimentare questa prima forma di distanziamento con i tuoi pensieri. Verifica tu stesso quanto sia forte la differenza.

Esprimersi con noi stessi in questo modo per alleggerire i pensieri è solo une delle modalità proposte. Nel libro, potrete trovare diverse soluzioni:

  • Dare nomi alle vostre storie
  • Cambiare voce ai personaggi che ci parlano
  • Cantare un pensiero

La sequenza potrebbe essere molto più lunga. Ogni soluzione può funzionare o meno. Il nostro compito è trovare la soluzione efficace per noi, esercitandosi per almeno 45 giorni (tempo necessario per cambiare le nostre abitudini ristrutturando le connessioni cerebrali).

Solo con workout giornalieri (anche solo pochi minuti) dedicati all’accoglienza e alla consapevolezza, possiamo potenziare la nostra resilienza. I nostri demoni interni saranno sempre dentro di noi, ma la nostra capacità di accogliere, accettare, defondere, rimanendo consapevoli, spegne la loro forza e i loro effetti su di noi.

Ma cosa ci può spingere a perseverare per addirittura 45 gg? Sembra un tempo davvero lungo 😊

Il valore delle scelte o scelte di valore

Russ Harris, nella seconda parte del libro, richiama un concetto introdotto anni fa da Stephen Covey nel suo celeberrimo libro “Le 7 Regole per avere successo”: una vita piena e soddisfacente si avvera quando riconosciamo l’importanza di conoscere i propri valori.

Ma cosa sono i valori?

Sono i nostri desideri più profondi rispetto a come vorremmo essere e a come vogliamo rapportarci al mondo. Ad esempio, potremmo desiderare di essere un partner affettuoso, diventare un amico attento e sensibile….

I valori vanno assolutamente distinti dagli obiettivi. Questi ultimi sono i risultati desiderati nella vita (ad esempio diventare ricchi, sposarsi etc.) che possono portare soddisfazione solo quando li si raggiunge.

Questa soddisfazione legata alla produzione di dopamina, però, dura poco tempo e attiva un senso di mancanza. Per cui se la nostra felicità si lega al raggiungimento degli obiettivi rischiamo di attivare un circolo vizioso in cui la felicità è vincolata al raggiungimento dei nostri obiettivi. Ed è sempre troppo breve.

Di per sé non è sbagliato porsi obiettivi e volerli raggiungere, godendo della soddisfazione come picco energetico da vittoria. Il suggerimento contenuto nel libro è scegliere obiettivi personali, individuandoli tra quelli che sono coerenti con i nostri valori personali.

Pensateci un po’. Cercare un partner diventa più semplice e meno stressante quando si sceglie come valore personale l’idea di “essere un partner affettuoso e premuroso”. Vivere in coerenza con il proprio valore fa vivere meno turbolenze anche di fronte a un obiettivo non raggiunto.

Il cambiamento personale non è quasi mai piacevole o indolore, perché deriva da uno sforzo che spesso porta dietro difficoltà, cadute, ma anche… potenziale gioia e tanta soddisfazione.

Harris ci invita ad aspirare a una vita sempre più piena di significato, ossia ricca di valori prescelti e ci suggerisce di utilizzare tutti gli strumenti del suo libro sperimentandoli uno ad uno. Così ci possiamo divertire a uscire dalla schiavitù dei lati oscuri, fabbriche di autoaccuse e di trappole paralizzanti.

Cosa mi sono portato a casa

Russ Harris mi ha regalato l’idea di una formula chimica che ci racconta come possiamo tirar fuori la nostra flessibilità psicologica, alla base di quella che tanti chiamano resilienza:

Flessibilità psicologica = f (Mindfulness * valori * azione)

Non può esistere flessibilità psicologica se non ci alleniamo a respirare dentro le nostre emozioni, all’interno dei nostri pensieri, ascoltandoli e modificando la loro influenza su di noi. Non possiamo sentirci in equilibrio se rimaniamo schiavi degli obiettivi senza dare importanza ai valori che vogliamo che ci guidino.

Mindfulness e valori, da soli, non posso fare nulla se non ci mettiamo in azione, in moto. Se non ci alleniamo tutti i giorni a trasformare i nostri dialoghi interni, accettando le battute d’arresto, i pensieri e le emozioni depotenzianti, e decidendo cosa davvero è importante per noi stessi.

Spero di avervi convinto a viaggiare all’interno delle parole del libro la “Trappola della felicità”! Scrivetemi con i vostri preziosi feedback e fatemi sapere se anche per voi può essere un modo nuovo per uscire dalla trappola di cristallo che ogni persona ha costruito intorno a sé fin dalla nascita. 

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