Comunicazione Visuale

23/05/2016
Fabio De Luca sketchnote_01

Disegnando s’impara. Disegnando si comprende. Disegnando si memorizza. Disegnando ci si rilassa. Gli usi del disegno e delle sketchnote sono diversi e integrati. Da quando ho scoperto di saper disegnare e di saper scrivere in modo chiaro. Ho scoperto un mondo possibile per dirla con le parole di Marianella Sclavi. Un mondo in cui ho iniziato a cambiare pelle, fogli, penne, pennarelli. Non ho raggiunto livelli incredibili. Non ho l’intenzione di farlo. Ho scelto, lo stesso giorno in cui sono rinato disegnando, di divertirmi e di scoprire pian piano la bellezza dell’espressione iconografica, della sintesi colorata, della possibilità di incapsulare concetti integrando parole e segni. Perché divertirsi e non cercare l’eccellenza? Perché la bellezza di disegnare si scopre disegnando. E se le aspettative restano alte e troppo grandi la possibilità di apprendere questo tipo di tecnica diventa più difficile. Non tecnicamente. Mentalmente. Prima ancora di saper disegnare, bisogna aver voglia di provare a disegnare, lasciando che la penna sbagli, sbavi. Non so se vi sia mai capitato di provare a giocolare con tre palline. La prima cosa che ti insegnano è… Lasciare cadere la pallina. Darle la possibilità di cadere. Per sketchare serve lo stesso approccio. Sbagliando si impara, accartocciando il foglio e trasformandolo in una pallina di carta per fare canestro ci si diverte.

A volte ci si arrabbia. Ho provato a creare un simbolo per sintetizzare la parola negoziato o accordo. Non so quanti tentativi abbia prodotto. Mi continuavo ad arrabbiare, perché pur avendo imparato come si costruisce un simbolo… Non riuscivo ad applicare la metodologia alle mani. A un certo punto, ho deciso di voltare il foglio e disegnare le stesse mani da una prospettiva diversa. “Ta da!” l’esercizio sommato a un’intuizione hanno generato il mio successo personale. Certamente, non è la mano più bella che si possa realizzare, ma è capace di sintetizzare con ottimo impatto visivo l’accordo che volevo rappresentare. Non potete immaginare la gioia che ho provato.

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Tra l’altro è la stessa gioia che mi inebria quando mi chiedono di realizzare un progetto di comunicazione corporate facilitando il lavoro di esperti di marketing, vendite, account e copywriter. Le idee attraverso la metodologia delle sketchnote vengono fuori con forza e costanza. E l’effetto è condivisibile anche con chi non disegna abitualmente, perché da un lato associa parole a segni già realizzati da chi conosce la metodologia, dall’altro lato prova e sperimenta, scoprendo le infinite possibilità che la penna ci dà se associata a dei colori che danno risalto ai concetti chiave. Il grigio rende vive le forme, il verde, il rosso, l’azzurro e l’arancione sanno sottolineare la semantica. La progettazione partecipata diventa così realtà grafica e gli insight diventano naturale conseguenza.

È per tutte queste ragioni che, secondo me, chi comincia a fare sketchnote, poi non le abbandona e trova impossibile comunicare in modo non visuale.