Può un libro cambiarti la vita? Può un racconto far sbocciare il seme del cambiamento e farci sentire a spasso con la felicità?
“La via del guerriero di pace” narra la storia di Dan Millman, uno sportivo eccellente. Uno ragazzo di 20 annni che, pur avendo tutto, non riesce a essere soddisfatto e felice per ciò che è riuscito a raggiungere. Era convinto che la felicità sarebbe arrivata solo quando avesse vinto le olimpiadi. “Allora sì che si sarebbe potuto lasciare andare a essere felice!”
Sembra una storia già sentita, quante persone pospongono la felicità ai risultati conseguiti, non riuscendo a godersi il percorso che stanno facendo?
Poi, fortunatamente, almeno per Dan, un incontro fortuito con un personaggio alquanto strano e saggio, getta un seme del cambiamento nella sua vita. Socrate, così si fa chiamare, in modo molto esperienziale, mina le sue certezze e riesce a fargli capire che la felicità non dipende esclusivamente dai risultati, ma anche dai punti di vista con cui guardiamo i fatti che ci accadono, o che facciamo accadere (ecco un esempio di punto di vista che può generare scenari diversi). Non riuscire a scardinare l’idea che la felicità sia frutto dei risultati presenta un grande rischio: rimanere incastrati all’interno di una vita non nostra, decisa da altri o in generale dal contesto.
Cambiare punti di vista
Prendiamo, ad esempio, uno dei corridori centometristi che hanno gareggiato alle ultime Olimpiadi. Sicuramente, hanno lavorato sodo. Hanno pianificato gli allenamenti. Hanno rispettato le scadenze. Tutto per preparare al meglio l’evento pur sapendo che ci sarà un campione, Usain Bolt, dotato di qualità incredibili che, con molta probabilità, renderà vani i loro sforzi.
Vani da quale punto di vista? Dal punto di vista di chi vuole vincere. Fossero nati solo qualche anno prima, gli stessi risultati avrebbero magari dato altri frutti.
Davanti a una situazione simile, quale punto di vista può essere utile per continuare a mettere impegno?
- Si può pensare a migliorare se stessi,
- Si può orientarsi al divertimento
- Si può immaginare di gareggiare contro il vento
- Si può …
Non ho idea di quale sia la scelta vincente. L’importante è trovare il proprio modo di sentirsi felici e consapevoli di aver dato il massimo. Il massimo impegno. La felicità che ne deriverà, magari non farà raggiungere l’obiettivo finale, la meta, ma ci farà godere del viaggio, perpetrare lo sforzo. Il viaggio non sempre sarà rivolto verso fuori, attività, giochi, allenamenti fisici. A volte, il viaggio più difficile è quello dentro di noi, quello che ci serve per divenire consapevoli di ciò che ci guida senza che ce ne accorgiamo, delle credenze personali che ci depotenziano e dei vincoli culturali che restringono il potere delle nostre azioni.
Quando un libro lascia spunti e interrogativi, può essere destinato a cambiare la vita? Secondo me, quando un libro riesce ad allargare i punti di vista, facendo entrare in contatto con il proprio mondo emozionale, può farlo. Sempre che il lettore si lasci il gusto di farsi trascinare e si goda il viaggio che si nasconde tra una pagina e l’altra.
Io l’ho letto una decina di anni fa e mi ha cambiato la vita. Forse, ogni libro mi cambia la vita? Forse un po’ di più. Ma questo magari riguarda me, perché la lotta di Dan, in alcuni momenti, è stata anche la mia.
Cosa fare se non si è in viaggio
Per chi non fosse ancora in viaggio, ma desiderasse fare questa esperienza, è possibile seguire alcuni piccoli passi per avvicinarsi a questo punto di vista.
- Circondati di persone che viaggio … è più bello farlo in compagnia
- Osservali e comprendine il punto di vista … a volte solo guardandoli con curiosità e lasciandosi ispirare tutto avviene.
- Sperimenta l’idea di poterlo fare e… Fallo
Buon viaggio, a spasso con la felicità
Fabio